Alla scoperta dell’itinerario inserito dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’umanità
Palermo ha un imponente patrimonio storico-artistico: fondata dai fenici e governata, nel corso dei secoli, da greci, cartaginesi, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi, angioini, spagnoli e borboni, prima di far parte del Regno d’Italia, ogni popolazione ha lasciato un’impronta indelebile sulla città, arricchendola artisticamente e culturalmente. Oggi ci concentreremo solo su una parte di queste immense ricchezze, ovvero sul Percorso Arabo-Normanno inserito dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’umanità nel 2015.
Il Percorso Arabo-Normanno è la massima espressione del sincretismo culturale (l’unione di culture, religioni e arti che sembrano inconciliabili) che è avvenuto a Palermo in epoca medievale.
Sono otto i monumenti che fanno parte di questo percorso, ai quali si aggiungono, fuori dalla città, la Cattedrale e il chiostro di Monreale e la Cattedrale e il chiostro di Cefalù, ai quali dedicheremo spazio nei prossimi numeri.
Iniziamo quindi il nostro tour dal Palazzo Reale o Palazzo dei Normanni, oggi sede dell’Assemblea Regionale siciliana: costruito tra il IX e il X secolo dagli arabi sopra i resti di antichi insediamenti punici (le cui tracce sono ancora oggi visibili nei sotterranei), fu trasformato successivamente dai Normanni, che ne fecero sia una fortezza che una raffinata dimora reale. A partire dal regno di Ruggero II il palazzo fu ampliato aggiungendo la Torre Pisana, dove si trova la stanza del tesoro (dal 1791 ospita anche l’Osservatorio Astronomico), la Torre Gioaria, sede della sala di Re Ruggero, decorata con mosaici raffiguranti paesaggi esotici e animali come pavoni e leopardi, e, al piano inferiore, della sala degli Armigeri.
L’aggiunta più importante all’interno del Palazzo Reale fu sicuramente la Cappella Palatina, che lo scrittore Guy de Maupassant hadefinito “la chiesa più bella del mondo”. Questo capolavoro è la testimonianza del connubio artistico che si è creato in quegli anni e di come maestranze arabe e normanne lavorarono a stretto contatto. La basilica a tre navate si trova al primo piano del Palazzo dei Normanni: in precedenza sorgeva isolata all’interno dell’edificio mentre oggi la sua facciata è stata inglobata dalle strutture più recenti. La cupola, il transetto e le absidi sono decorate, nella parte superiore, da mosaici bizantini raffiguranti scene della Bibbia. Nell’abside centrale svetta il mosaico del Cristo Pantocratore. Ma è il soffitto della navata centrale a rendere la Cappella Palatina unica al mondo: si tratta di un tetto ligneo a muqarnas, tipico arabo, dove sono dipinte varie scene raffiguranti l’iconografia profana islamica. In Europa sono solo due gli edifici ad avere questo tipo di tetto e sono entrambi a Palermo: la Cappella Palatina e Palazzo Steri.
Se c’è un edificio che rappresenta la storia e la cultura di Palermo, con le tracce lasciate da tutti i popoli che hanno dominato la città, questo è la Cattedrale. La costruzione attuale risale al 1184 circa, voluta dall’arcivescovo inglese Gualtiero Offamilio (Walter Off the Mill). In realtà si trattò di una ricostruzione, in quanto l’antica cattedrale (che durante la dominazione saracena era anche stata trasformata in moschea) era stata danneggiata da un terremoto nel 1169 ma già in epoca paleocristiana esisteva nello stesso luogo una basilica che fu distrutta nel V secolo durante le persecuzioni vandaliche. Consacrata nel 1185 in onore di Maria Santissima Assunta, la Cattedrale ha visto nel corso dei secoli diversi ritocchi, a partire dal portico del prospetto meridionale che fu realizzato nel 1453 nello stile del gotico fiorito catalano, mentre la balaustra in marmo che circonda l’edificio fu realizzata da Vincenzo Gagini nel 1574 e solo successivamente ornata delle statue dei santi. La cupola fu aggiunta solo tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 ad opera dell’architetto Ferdinando Fuga. In questo periodo la pianta della Cattedrale diventò a croce latina e l’interno venne rielaborato in stile neoclassico. All’interno sono collocate le tombe reali, tra cui spicca quella di Federico II, realizzata in porfido rosso. Importante è anche l’acquasantiera che fu realizzata da Domenico Gagini. Tra i tesori della Cattedrale c’è l’urna argentea di Santa Rosalia e la tiara appartenuta a Costanza d’Aragona.
Tra i monumenti simbolo di Palermo c’è il complesso di San Giovanni degli Eremiti. La chiesa, famosa per le sue cupole rosse, insieme all’attiguo convento furono edificati probabilmente per volere di Ruggero II sui resti di una moschea. Oggi nel chiostro benedettino c’è un giardino ottocentesco di tipo mediterraneo.
Tra le chiese più belle del mondo c’è Santa Maria dell’Ammiraglio, detta La Martorana. Situata in piazza Bellini, la chiesa fu edificata nel 1143 da Giorgio di Antiochia, ammiraglio di re Ruggiero II. Il suo soprannome deriva da Goffredo e Aloisia de Marturano, fondatori del vicino convento cui la chiesa fu concessa nel XV secolo. L’interno, a croce greca, è ricoperto da meravigliosi mosaici bizantini. Bellissimi anche gli affreschi che furono realizzati nel sottocoro da Olivio Sozzi e Guglielmo Borremans nei primi anni del 1700.
La Martorana è affiancata da un’altra importante chiesa: San Cataldo. Edificata sotto il regno di Guglielmo I, nel 1154, era inizialmente la cappella di un palazzo nobiliare. La chiesa è famosa per le tre cupole rosse posizionate sopra la navata centrale, segno evidente dell’influenza architettonica araba. Rispetto alla vicina Martorana, San Cataldo ha un aspetto più severo e il suo interno colpisce il visitatore per i sapienti giochi di luci e ombre creati dalle aperture sulle pareti delle cupole.
Realizzato da maestranze arabe per volere dei re normanni (in questo caso Guglielmo I) c’è anche il Castello della Zisa o, più semplicemente, “La Zisa”. Il nome deriva dal termine arabo “El-Aziz” che vuol dire “la splendida”. Fu la residenza estiva dei re e della loro corte. Il Castello era immerso nel parco reale, dove la corte andava a caccia o anche a pesca in laghi artificiali. Davanti l’ingresso una enorme e spettacolare fontana (recentemente restaurata) accoglieva gli ospiti del re. La sua origine era nella Sala della Fontana, nel piano inferiore del palazzo, in un ambiente ricco d’arte, tra marmi e mosaici. Tutto il castello riusciva a rimanere fresco anche nella calura estiva siciliana grazie a un sistema di ventilazione costituito da camini. Oggi La Zisa ospita il Museo di arte islamica.
Il Percorso Arabo-Normanno di Palermo si conclude con il Ponte dell’Ammiraglio: costruito tra il 1130 e il 1140 dall’ammiraglio Giorgio d’Antiochia, il ponte serviva a collegare la città ai giardini posizionati oltre il fiume Oreto. Il fiume fu poi deviato per evitare i continui straripamenti e il ponte oggi poggia su un verde giardino. Qui nel 1860 fu combattuta una delle più importanti battaglie per l’unificazione d’Italia, quella tra i garibaldini, che volevano conquistare Palermo, e i borboni.
A questa lista di monumenti andrebbero aggiunti altri 13 siti per i quali è stata fatta richiesta di inserimento nella lista ufficiale dell’UNESCO: la chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi (forse la più antica chiesa di Palermo), la chiesa di Santa Maria Maddalena, la chiesa della SS. Trinità alla Magione (nota come “La Magione”), la cappella di Santa Maria dell’Incoronata, la chiesa di Santo Spirito (o chiesa dei Vespri), la chiesa di Santa Cristina la Vetere, il castello di Maredolce (o della Favara), la Cuba (sontuoso palazzo arabo che si trovava nel parco di caccia normanna chiamato il Genoardo, ovvero il paradiso in terra), la Cuba Soprana e la Cubala di Villa Napoli (anch’essi situati nel Genoardo), il palazzo dell’Uscibene, il Castello a Mare e, infine, i Qanat (opere di ingegneria idraulica degli arabi, sono stretti cunicoli che si trovano sotto terra e che permettevano di trasportare l’acqua in tutte le zone della città). A questi siti si aggiungono i bagni di Cefalà Diana, antiche terme arabe costruite in una delle più remote province di Palermo, situata al centro della Sicilia.
Il percorso Arabo-Normanno è solo un assaggio di quello che può offrire Palermo, città che ha testimonianze risalenti al paleolitico (nel complesso delle Grotte dell’Addaura), fino ad arrivare al Barocco e al Liberty. Un incredibile connubio di arte e storia dovuta ai tanti popoli che hanno lasciato testimonianze del loro passaggio e che hanno arricchito il volto della città rendendola unica al mondo. Torneremo presto a parlare di Palermo scoprendo le sue straordinarie sfaccettature!
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