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Costruito per volere di Manfredi III di Chiaramonte nel 1364, il castello è legato a storie di congiure, tradimenti e… fantasmi!

Non solo arte classica o arte barocca, in Sicilia è possibile visitare anche splendide testimonianze di arte medievale, tra percorsi arabo-normanni, antichi borghi e castelli. Posizionato su un’impervia rupe, tanto da sembrare un maestoso nido d’aquila, perfettamente mimetizzato nella roccia calcarea, troviamo uno dei castelli siciliani dal miglior impatto scenografico: il Castello di Mussomeli, conosciuto anche come Castello Manfredonico.

Il nome deriva da Manfredi III di Chiaramonte, il duca di modica che decise di realizzare il castello nel punto in cui era ubicato un precedente forte di epoca sveva, perché fu conquistato dalla posizione inaccessibile che lo rendeva perfetto da un punto di vista strategico. Si narra che fu costruito in soli tre anni, tra il 1364 e il 1367.

Il castello si trova a due chilometri a est dal paese di Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, sopra una rupe alta circa 778 metri. Della precedente fortezza sveva rimangono ancora poche tracce: tra questa c’è la cappella, che si trova nel recinto interno. Quello che si può vedere oggi, invece, è opera di un intervento di restauro effettuato all’inizio del XV secolo dai signori di Mussomeli, la famiglia Castellar. Il castello, infatti, fu confiscato ai Chiaramonte e posseduto da diversi casati nobiliari, tra cui i Castellar, fino a diventare di proprietà di Don Cesare Lanza nel 1549, restando alla sua famiglia per i successivi 4 secoli. Adibito a carcere nei primi anni del 1600, fu poi abbandonato e lasciato nel degrado fino agli interventi di restauro che sono stati effettuati nel 1911, ad opera dell’architetto Ernesto Arnò, e agli inizi del 2000, con un investimento di oltre 2 milioni di euro.

Importante sia dal punto di vista storico che da quello artistico, è la Sala dei Baroni: in questo salone con pregiati portali in stile chiaramontano è avvenuta la cosiddetta “congiura dei baroni”, un incontro tra nobili siciliani per tramare contro gli Aragonesi e far sposare la figlia di Federico III di Aragona con Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, piuttosto che con il principe aragonese Martino. Tra rapimenti, inganni, matrimoni disapprovati dal papa e tentativi di annullamento, alla fine la congiura si ritorse contro la famiglia Chiaramonte, con l’impiccagione di Andrea Chiaramonte a Palermo e la confisca di tutti i beni, compreso il castello di Mussomeli.

La Sala da pranzo e la Sala del camino hanno elementi gotici, che si possono notare anche all’esterno tra archi ogivali e bifore, mentre la Camera da letto ha una doppia volta a crociera. Si possono visitare anche il carcere feudale, l’armeria, la Camera della morte (chiamata così per la presenza di alcune pericolose botole) e la Stanza delle tre donne, che ha preso questo nome da una leggenda: si narra che il principe Federico avesse tre bellissime sorelle, Clotilde, Costanza e Margherita. Quando fu chiamato per andare in guerra, per evitare che accadesse loro qualcosa di disdicevole, le chiuse in una stanza fornendole del necessario per sopravvivere, facendo poi murare la porta. Ma la guerra durò più a lungo del previsto e, quando tornò, il principe trovò le tre sorelle morte e con le scarpe tra i denti nell’estremo tentativo di non morire di fame. Si dice che ancora oggi si possano udire i lamenti e le urla delle tre donne.

Si lega a un altro castello, quello di Carini, un’altra tragica leggenda siciliana: Cesare Lanza diede in sposa la figlia Laura a Don Vincenzo la Grua Talamanca, barone di Carini, che però si disinteressava della moglie. Lei aveva quindi trovato un amante. Per difendere l’onore del casato, Cesare Lanza andò al Castello di Carini e, cogliendola in flagrante, l’assassinò. Tornato a Mussomeli, Cesare Lanza fu preda dei rimorsi per il delitto commesso e si rifugiò nel castello. Il fantasma della figlia vagherebbe ancora nel Castello di Mussomeli alla ricerca del padre.

Proprio per la sua storia e, soprattutto, per la sua bellezza, il Castello di Mussomeli è stato utilizzato tra le location per la fiction “L’amaro caso della Baronessa di Carini”.

Con la sua posizione unica, la sua imponenza, il suo stato di conservazione e le sue storie, il Castello di Mussomeli attira ogni anno centinaia di turisti che possono vivere in prima persona le atmosfere medievali e immaginare intrighi e complotti, maestose feste e fantasmi che si aggirano nottetempo… Amazing Mussomeli, Amazing Sicily!

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