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Accoglienza e mobilità al centro del progetto che ha portato alla candidatura della città

Agrigento sarà la Capitale della Cultura 2025. Il capoluogo siciliano  ha presentato il progetto dal titolo “Il , l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali”, sbaragliando la concorrenza delle altre 14 città in lizza per il concorso del Ministero della Cultura. Il progetto, nel quale, oltre la città, sono presenti Lampedusa e i comuni del territorio, esplora l’armonia e i conflitti tra i 4 elementi di Empedocle (filosofo greco del V secolo a.C.) attraverso 44 progetti, di cui 17 internazionali, per indagare le relazioni tra gli esseri umani in una prospettiva di pace con la natura. 

Che Agrigento sia diventata Capitale della Cultura non sorprende affatto: poche città in Italia e nel mondo hanno una storia così ricca, che parte dalla Magna Grecia e arriva ai giorni nostri.

Fondata nel 580 a.C. dai greci con il nome di Akragas, Agrigento, detta anche la Città dei templi, è oggi un’ambita meta turistica, famosa in tutto il mondo per la Valle dei Templi, patrimonio del’UNESCO dal 1997.

Con i suoi 1300 ettari di estensione la Valle dei Templi è il sito archeologico più grande al mondo e anche uno dei meglio conservati, con i suoi dodici templi in stile dorico, tre santuari, le necropoli, l’Agorà inferiore e superiore, un Olympeion (tempio di Zeus), un Bouleuterion (edificio che ospitava il consiglio tipico della polis greca), un teatro greco di recente scoperta e i telamoni (sculture lunghe oltre sette metri).

Il Tempio della Concordia è considerato, insieme al Partenone di Atene, il tempio dorico meglio conservato al mondo. Non si sa a quale divinità fosse dedicato mentre il nome è stato trovato tra i documenti del 1500 del frate domenicano Tommaso Fazello, uno dei primi storici siciliani. Il Tempio di Giunone è quello che apre la visita alla Valle dei Templi: costruito intorno al V secolo a.C., presenta ancora oggi in piedi 30 colonne, di cui 16 con capitello. Il Tempio di Eracle è il più arcaico dei templi di Agrigento mentre del Tempio di Zeus Olimpo resta solo il basamento a causa del terremoto del 1401 che lo fece crollare completamente. I resti del Tempio di Demetra, interessante esempio di edificio distilo in antis, ossia senza colonnato esterno, sono stati inglobati dalla chiesa di San Biagio in epoca medievale. Di epoca romana è invece la Tomba di Terone, monumento funerario che fa parte della Necropoli Romana detta anche Necropoli Giambertoni.

La Valle dei Templi è la Disneyland degli amanti della storia, il Paese delle Meraviglie di ogni appassionato di antichità e di arte: percorrere le vie sacre che uniscono i resti delle costruzioni greche ha il potere di catapultare il turista in una dimensione parallela, in un’epoca passata. Si respira la Storia (con la “s” maiuscola) a pieni polmoni.

Il museo archeologico, ovviamente, è ricco di elementi provenienti dalla Valle dei Templi, compreso Il Telamone dell’Olympeion (i telamoni sono sculture impiegate come sostegni al posto delle colonne) ricostruito nella parete di fondo della Sala VI, proveniente dal Tempio di Zeus, del quale si trova anche un plastico che descrive come doveva essere all’epoca del suo massimo splendore.

Ma Agrigento ha molto altro da offrire oltre la Valle dei Templi, a partire dal suo centro storico. Se la cattedrale di San Gerlando è una combinazione di più stili, dal normanno al gotico, fino al rinascimentale e al barocco, è proprio quest’ultimo a dominare nel centro cittadino. In stile barocco è la facciata della Basilica dell’Immacolata così come anche le decorazioni all’interno del Santuario di San Calogero.

Menzione a parte merita la Basilica di Santa Maria dei Greci: costruita sui resti di un tempio dorico, grazie al pavimento in vetro è possibile guardare le fondamenta del tempio. Un altro esempio di commistione tra divinità antiche e cattolicesimo come già visto nel Tempio di Demetra e come si può trovare in altre città siciliane.

Ad Agrigento, come del resto in tutta la Sicilia, ci sono piatti tipici unici, soprattutto i dolci: dal croccante di mandorle o di pistacchio al cous cous dolce, non mancano le specialità che sapranno conquistare il vostro palato.

Agrigento è anche la città di nascita di uno dei più grandi scrittori italiani: Luigi Pirandello, Premio Nobel per la letteratura nel 1934. A Porto Empedocle, un tempo frazione agrigentina oggi comune a sé, si può visitare la casa dell’artista. Nello stesso paese è nato uno degli scrittori più apprezzati degli ultimi decenni: Andrea Camilleri.

Per gli amanti della natura e del mare c’è la spiaggia di San Leone, che sorge vicinissimo alla Valle dei Templi. A febbraio poi, si può godere la vista dei mandorli fioriti. Un evento festeggiato con la Sagra del Mandorlo in Fiore, cui è unito il Festival Internazionale del Folklore, momento di unione e fratellanza tra i popoli. Unione e fratellanza tra i popoli che è stato anche tra le motivazioni della scelta della giuria per l’assegnazione del titolo di Capitale della Cultura 2025: “Agrigento assume come centro del proprio dossier di candidatura la relazione fra l’individuo, il prossimo e la natura, coinvolgendo l’isola di Lampedusa e i comuni della provincia e ponendo come fulcro il tema dell’accoglienza e della mobilità. Il progetto risponde in modo organico all’obiettivo di presentare a un pubblico vasto un programma di grande interesse a livello territoriale, ma anche nazionale e internazionale”.

Città tra le massime esponenti della Magna Grecia, patria di grandi scrittori, crocevia di molti popoli ed emblema della cultura e della fratellanza: nel V secolo a. C. il poeta Pindaro aveva definito Akragas “la più bella delle città dei mortali”… e da quello che ancora oggi riusciamo a vedere non abbiamo dubbi che fosse così.  

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