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Partiamo per un’escursione sul vulcano attivo più alto d’Europa e il suo parco naturale, dove gli opposti si uniscono per creare luoghi di incomparabile bellezza

Fuoco e ghiaccio, distruzione e vita, cenere e vegetazione… Gli opposti si attraggono, si mescolano e si uniscono per creare un ambiente in costante mutazione che ospita la vita là dove tutto sembra essere inospitale. Il Parco dell’Etna è un luogo ricco di fascino e di mistero, dove la natura genera tanto timore e rispetto quanto stupore e meraviglia.

Nato con un decreto del Presidente della Regione del 17 marzo del 1987, il Parco dell’Etna è stato il primo parco naturale ad essere istituito in Sicilia. Una scelta obbligata per difendere la natura presa d’assalto fin dagli anni ’60, quando la diffusione di mezzi di trasporto personali avevano visto un importante incremento del turismo sopra “a Muntagna” (come viene chiamato l’Etna dagli abitanti dei paesi limitrofi).

Il parco naturale ingloba l’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa con i suoi 3.357 metri sopra il livello del mare, e tutto quello che si trova nei suoi versanti, per un totale di 59 mila ettari di superfice dove ricadono venti comuni: Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Mascali, Milo, Nicolosi, Pedara, Piedimonte Etneo, Ragalna, Randazzo, Santa Maria di Licodia, Sant’Alfio, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea.

Il parco è diviso in quattro zone in base ai livelli di tutela. Nella Zona A, che parte dai crateri sommitali ed è la più alta delle quattro, la natura va conservata nella sua integrità, limitando l’intervento dell’uomo al minimo indispensabile. È l’area dei deserti lavici e di grandi spazi incontaminati, dove le forme di vita trovano condizioni proibitive. Ma è anche la casa di grandi uccelli rapaci come l’aquila reale. Nelle quote più basse si trovano le prime piante fino ad alcune formazioni forestali, anche estese, con faggi, betulle, pini, querce roverelle e lecci.

La Zona B, che va da un massimo di 1880 metri di altezza a un minimo di 640 metri, è un’area dove la tutela si coniuga con lo sviluppo economico di attività tradizionali come l’agricoltura. Su terrazzamenti nati sui fianchi del vulcano sono stati creati vigneti, pometi e pereti. Oltre i vini, che beneficiano dei terreni e del microclima per una produzione dal sapore unico, sono famosi anche i pistacchi di Bronte e le nocciole di Sant’Alfio. In questa zona sono presenti delle formazioni laviche dove sono nate specie pioniere e piante endemiche come la ginestra dell’Etna.

Le Zone C e D sono dette “a protezione e sviluppo controllato” e fanno parte del pre-parco. Qui si possono creare attività economiche e commerciali che però devono sempre essere compatibili con il rispetto dell’ambiente e del paesaggio, oltre che avere come obiettivo la valorizzazione del parco stesso. Oltre a strutture turistiche e sportive, continuano le coltivazioni, come quelle di olive e mandorle.

All’interno del Parco dell’Etna è possibile trovare una fauna variegata, come il gatto selvatico, la volpe dell’Etna, l’istrice, il coniglio, la lepre, la donnola, il riccio, il ghiro ed altri piccoli roditori. Nidificano anche molte specie di uccelli, soprattutto rapaci: alla già citata aquila reale, si aggiungono lo sparviero, il falco pellegrino, il gheppio, la poiana, il barbagianni, il gufo, l’assiolo e molti altri.

Numerosi sono i sentieri per chi ama le escursioni, così come lo sono anche i rifugi dove potersi fermare per riposare o per pernottare. Le escursioni nel parco sono tra le maggiori attrazioni turistiche della zona e portano a scoprire un mondo fatto di scenari magnifici e biodiversità uniche.

A proposito di luoghi unici da visitare, l’Etna ospita la Grotta del Gelo. Situata sul versante settentrionale del vulcano, per la presenza di ghiaccio perenne al suo interno la grotta è considerata il ghiacciaio più a sud d’Europa e di tutto l’emisfero boreale. Si trova a 2030 metri d’altitudine ed è una galleria a scorrimento lunga circa 125 metri generata da una colata lavica dovuta all’eruzione avvenuta nel luglio del 1614.

Di grande interesse geologico è anche la Valle del Bove, che si trova sul versante orientale del vulcano. Si tratta di una conca dal perimetro di oltre 20 chilometri che si pensa si sia creata dallo sprofondamento di due edifici vulcanici (il Trifoglietto I e il Trifoglietto II) precedenti all’Etna, avvenuta 64 mila anni fa.

L’Etna è entrato a far parte, nel 2013, nella lista dei Patrimoni dell’Unesco. Un riconoscimento che conferma l’importanza del Parco dell’Etna dal punto di vista geologico, storico e turistico. Non ci si può davvero lasciare sfuggire l’opportunità di effettuare un’escursione sulla “Muntagna”, tra ghiaccio, fuoco e tanta meraviglia.  

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