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Camminare nel borgo medievale soprannominato “la città delle cento chiese” vi farà tornare indietro nel tempo

La Sicilia offre ai turisti luoghi in cui viaggiare nel tempo e nella storia, tra paesaggi incantevoli e panorami da togliere il fiato. Tra questi luoghi un posto d’onore è riservato a Erice, un piccolo borgo medievale situato sopra la città di Trapani, dalla quale è collegata sia da una strada che da una funivia che, partendo dal capoluogo di provincia, porta fino in cima al monte mostrando sempre più il panorama sul golfo e sulle saline trapanesi.

La storia di Erice è antichissima: sembra sia stata fondata nell’VIII secolo a.C. dagli Elimi, il popolo nato dall’unione delle popolazioni locali con gli esuli dalla città di Troia. Contesa in seguito da Cartaginesi e Siracusani, divenne una roccaforte dei primi, che ne rafforzarono la cinta muraria. Furono poi i romani a conquistarla nel 244 a.C., rendendola nota per il themenos, il santuario dedicato alla dea Venere Ericina. Nel Medioevo fu presa prima dagli arabi e poi dai normanni, che costruirono il castello ed edificarono chiese e conventi. Se oggi il borgo è soprannominato “la città delle cento chiese” si deve proprio a loro.

Con una storia così antica non sorprende che Erice venga inserita da Virgilio nell’Eneide. Enea vi approda due volte: la prima alla morte del padre Anchise e la seconda un anno dopo, per la celebrazione dei giochi funebri in suo onore. Il nome Erice sembra derivi dall’omonimo personaggio della mitologia greca, figlio della dea Afrodite e dell’argonauta Bute, che venne ucciso da Eracle.

Si entra nel borgo da Porta Trapani, costruita in epoca medievale, e si arriva subito in Piazza Matrice, dove si trova il Duomo di Erice, la Real Chiesa Madrice Insigne Collegiata. La chiesa fu costruita nel IV secolo d.C. ma venne ampliata e modificata nel XIV secolo da Federico d’Aragona, che volle fare questo regalo alla città che lo aveva ospitato dopo che era stato costretto a fuggire da Palermo nel corso della Guerra dei Vespri. Per la realizzazione del duomo fu utilizzato anche del materiale che proveniva dall’antico tempio di Venere di cui si può trovare testimonianza ancora oggi nella parete sud, dove sono visibili nove formelle di pietra a forma di croce. L’esterno è austero mentre all’interno si può vedere la splendida decorazione a stucco delle volte e le colonne in stile corinzio. Il rosone e il pronao sono stati aggiunti successivamente.

Accanto al duomo c’è la Torre Campanaria, detta Torre di Re Federico. Si trattava di una torre d’avvistamento che con i lavori voluti da Federico d’Aragona è stata trasformata in una torre campanaria. Salendo i circa cento gradini si può godere di una vista spettacolare di tutto il borgo.

Tra i maggiori punti di interesse di Erice c’è il Castello di Venere, al quale abbiamo dedicato un box a parte.
Sotto il castello c’è la Torretta Pepoli, costruita alla fine del 1800 dal conte Agostino Pepoli come luogo dove dedicarsi ai suoi studi e agli incontri culturali. L’edificio è in stile Liberty. Ristrutturata dal Comune è oggi sede dell’Osservatorio per la Pace nel Mediterraneo. Dalla torretta e dai vicini Giardini del Balio, giardini all’inglese voluti sempre dal conte Pepoli dove si trovano le omonime le torri di avvistamento, si può godere di una vista incredibile: a nord si possono osservare il golfo con monte Cofano con, sullo sfondo, San Vito Lo Capo e la Riserva dello Zingaro; a sud lo sguardo può abbracciare Trapani e le sue saline, la laguna dello Stagnone e anche Marsala, oltre che, a largo, le isole Egadi. Le Torri del Balio e il giardino erano un tempo collegate al castello da un ponte levatoio.

La “città delle cento chiese” ha, ovviamente, molti edifici ecclesiastici di notevole interesse. A pochi passi dal Duomo ci sono i Ruderi del Monastero Santissimo Salvatore, con la cripta e il giardino oltre che la rispettiva chiesa. La Chiesa di Sant’Alberto dei Bianchi racchiude la statua del santo attribuita a Nicolò Travaglia. Costruita inizialmente in stile gotico e poi ristrutturata con un portale decorato in stile barocco è la Chiesa di San Martino, dove all’interno si possono vedere il coro ligneo ed eleganti stucchi e affreschi. La Chiesa di San Giuliano fu edificata per volere di Ruggero d’Altavilla nel 1076 come ringraziamento per la sua vittoria contro i saraceni. Fu la prima sede del duomo di Erice la Chiesa di San Cataldo, edificata nel XIV secolo: al suo interno l’acquasantiera in marmo con lo stemma degli Aragona risale al 1476. All’esterno della Chiesa di San Carlo e del suo monastero si può trovare una ruota che le suore usavano per consegnare i pasticcini ai clienti. All’interno c’è ancora il pavimento originale in maiolica. È in stile gotico-rinascimentale la Chiesa di Sant’Orsola, detta dell’Addolorata, che si trova vicino alla Porta Spada.

Non mancano importanti edifici civili. In piazza Umberto I si trova il Palazzo del Municipio con, al suo interno, la Biblioteca Comunale e il Museo Civico Antonino Cordici, dove si può osservare una testina di Venere risalente al IV secolo a.C, oltre che reperti di epoca punica, greca e romana. Sono in parte percorribili le Antiche Mura Ciclopiche, le antiche mura difensive risalenti all’epoca elimo-fenicia (quelle inferiori) e normanna (quelle superiori). Nel Quartiere Spagnolo, decentrato rispetto al centro storico, si trova una fortezza mai terminata risalente al XVII secolo. Restaurata nel 2005 è oggi sede del Museo Degli Antichi Mestieri. Anche da qui si gode di una vista incredibile che va dal golfo di Bonagia a San Vito Lo Capo, con Monte Cofano in primo piano.

Finalista del concorso dei Borghi più Belli d’Italia nel 2022, Erice è un piccolo gioiello visitabile in meno di una giornata che vi farà sentire sospesi nel tempo, facendovi immergere in strade, giardini e chiese dal sapore medievale, illuminandovi gli occhi con incredibili scorci e facendovi assaporare la dolcezza della storica pasticceria siciliana. Non perdetevi questa meraviglia.  

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